Editoriale

di Agnese Guerci VA

Tra i corridoi della scuola sono comparse negli ultimi giorni le parole di alcuni di noi, secondo i quali qualcosa in questo momento non sta andando. Qualcuno dice che sembra di essere tornati dopo una nevicata. Sento che questa frase si addice perfettamente alla nostra condizione. I professori, infatti, spiegano le stesse cose che spiegavano agli studenti del Carducci di cinque anni fa… ma noi siamo uguali agli studenti del Carducci cinque anni orsono? Mi sembra di essere tornata a scuola dopo le vacanze di Natale più lunghe di sempre e ora è tutto diverso, anche se nessuno sembra accorgersene. Questi ultimi due anni di continui cambiamenti, per noi di quinta, sono coincisi anche con l’arrivo di nuove responsabilità e possibilità e per molti, me compresa, con il comparire di un senso di vertigine al pensiero del futuro. E ora siamo qui. Il mondo ci chiede di ricominciare più veloci di prima, perché le cose da fare sono tante e il tempo è poco. Eppure noi ci sentiamo ancora in attesa e non solo dell’arrivo, tanto agognato, delle modalità di svolgimento della prova di maturità, ma anche di qualcuno che ci spieghi come rientrare in questi vestiti vecchi che ormai non sembrano più andarci bene. 

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