Editoriale

di Paolo Russo 5L

Si sa, l’editoriale è quel luogo dove grandi firme esprimono la loro opinione sui fatti correnti. Ma si sa, la teoria funziona, è la pratica che lascia a desiderare: provate voi a commentare i fatti anche solo dell’ultima settimana, per non parlare degli eventi occorsi dall’ultima pubblicazione dell’Oblò. Tra colpi di stato, suprematisti bianchi, presidenti vecchi e nuovi, l’inizio della fine di Merkel e il convegno CDU/CSU, vaccini e varianti del Covid, la completa realizzazione della Brexit, siamo stati investiti dal corso della storia, che ci dona pietre miliari destinate a rimanere nella nostra memoria per sempre. Tuttavia, esse ci soverchiano e ci sfuggono, sovrapponendosi e nascondendosi, e noi non siamo in grado di narrarli. Dovremo attendere, pazienti, che la trama della storia si sia dipanata, per poter capire ciò che sta avvenendo ora. Ma badate bene, avremo l’obbligo di farlo, l’obbligo di capire come la democrazia si sia rotta negli USA, e di osservare chi insegue lo stesso obiettivo in Italia. Avremo l’obbligo di capire come sia stato possibile far cadere un governo nel pieno di una crisi, e di ricordare i nomi che hanno deciso di giungere a questo. Avremo l’obbligo di ripensare l’Unione Europea, affinché non ci siano più fughe, e in modo che chi la abita ritrovi fiducia in essa, e nelle sue istituzioni, che devono essere costruite per i cittadini, non su di essi. Dovremo pensare un’Unione dei diritti, che non lasci spazio a recrudescenze confessionaliste e tradizionaliste volte a sanzionare le esistenze delle minoranze, e che agisca contro queste politiche di violenza. Soprattutto, dovremo capire quali scelte politiche hanno portato alla chiusura delle scuole per mesi, abbandonandoci nel limbo della DAD. Dovremo chiedere ragione delle scelte fatte, proponendo una nuova visione della scuola come ente fondamentale nello sviluppo di una nazione. Dovremo pretendere la fine di una politica di marginalizzazione della scuola, distrutta dai tagli. Dovremo esigere che al suo interno torni ad essere centrale lo studente, il suo processo di maturazione e di relazione e il suo benessere psicologico. Un gran peso sulle spalle, che alcuni di noi si sono già caricati, battendosi negli ultimi mesi per tutti i punti sopra citati. A tutti loro, i miei sentiti ringraziamenti, per essersi adoperati per una scuola migliore a vantaggio di ognuno di noi. Grazie a loro, possiamo festeggiare; sommessamente, certo, ma festeggiare. Il rientro a scuola, tanto aspettato, è giunto: godiamoci questi giorni e questi volti che così a lungo ci sono stati negati. E per rendere ancora più gaio questo ritorno, la redazione vi offre questo splendido numero, fatto con amore, nonostante lacrime, notti insonni e ritardi improponibili: come tutti gli altri, insomma. Buona lettura!

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